@Senbee = provocazione accolta, eccomi qui.
@gioia = capisco la tua frustazione, che credo sia condivisa da quasi tutti.
@tutti
rilancio raccontandovi l'ultimo aneddoto, proprio di ieri pomeriggio:
Il figlio diciassettenne di carissimi amici mi chiama ieri dicendo "Ciao Pier, finalmente ho fatto il foglio rosa per la patente A, ovviamente in MCTC, e tra non molto ho l'esame di teoria; quando sono venuto da te per il CIG mi sono trovato benissimo, ma studiando ora per la A mi sono accorto che all'epoca non mi avevi spiegato una parte di programma che mi sarebbe oggi utile per la A (etticredo....ndr); mi puoi quindi ricordare gli orari delle lezioni di teoria, così vengo a sentire quelle che mi mancano ed evito di esser bocciato all'esame?"
Io rimango quanche istante perplesso, basito, incredulo; nella mia mente, a mò di fumetto, passano intere scene che spaziano dai cartoni animati ai film dell'orrore, trascinandomi velocemente verso lo sconforto più totale.
Mandare il ragazzino all'inferno e attendere la replica di suo padre per mandarlo a raggiungere il figlio ponendo fine ad una bella amicizia?
Mettere sotto i piedi la mia dignità professionale e la definizione stessa di imprenditore trasformando la mia azienda in società mutualistica onlus con fini prettamente umanitari e volontaristici al sol fine di mantenere in vita un'amicizia basata, a questo punto, su concetti ben lontani dal rispetto personale?
Questo è ciò che è capitato a me proprio ieri pomeriggio, questo è ciò che, in maniera simile o quasi, è capitato forse ad ognuno di noi. Si regisce molto spesso in maniera emotiva, ovviamente però questi episodi sono l'eccezione e non la regola, e quindi non và ad intaccare nulla di più del nostro amor proprio (che comunque basta e avanza).
Tornando allo stretto tema del topic e quindi anche all'invito di Senbee, posso dire che il Decreto Bianchi, quello mai uscito causa caduta del governo Prodi, prevedeva anche una serie di misure più o meno in tal senso, così come la cosiddetta guida accompagnata iniziava proprio a muoversi secondo i canoni annunciati da Gioia.
Purtroppo però, questo và detto, il primo nostro ostacolo è costituito proprio da...... noi stessi!
E' molto brutto esprimere pubblicamente certi concetti su un forum come questo (ossia pubblico), lo riconosco e chiedo quindi anticipatamente scusa a tutti, ma vi assicuro che è a volte disarmante constatare che non solo non siamo in grado di applicare la regoletta che la maestra di ha insegnato in prima elementare (guadagno = ricavi - spese), ma spesso non possediamo nemmeno quel quid che fa di una "bottega" una "azienda".
Fin quando siamo chiusi in noi stessi, gelosi di quelle che riteniamo nostre geniali invenzioni, refrattari ad ogni forma di crescita e innovazione, pronti a sputare sul quello che definiamo "concorrente-nemico" e non "collega-amico", di strada ne faremo poca e quindi su questo mi trovo, ahimè con grande rammarico, costretto a condividere il pensiero di Maxwell quando sostiene che bisogna adattarsi per rimanere "sul mercato".
Le associazioni, caro Senbee, sia Unasca sia Confedertaii, servono proprio ad evitare tale fine ingloriosa e becera. Si, è vero, entrambe le associazioni hanno tantissimi difetti, e ancor di più ne hanno forse le altre associazioni minori o emergenti, ma se esistono è perchè c'è qualcuno che crede ancora di poter fare qualcosa, perchè qualcuno stà ancora lottando per cambiare questo stato di cose.
La maggioranza di noi è sempre li, alla finestra, pronta solo a criticare un sistema del quale di fà pienamente parte, pronti a criticare chi invece di stare a quella finestra si trova sul muro a difendere gli attacchi di chi quella finestra la vorrebbe chiusa da tempo.
Conoscete spesso le norme che escono e vi accanite contro le associazioni perchè c'è sempre la virgola non gradita, ma nessuno vi è mai venuto a raccontare quali norme sono invece state bloccate, quali emendamenti modificati, quali direttive europee sono morte sul nascere, quante vittorie silenziose hanno preceduto quelle virgole che tanto disprezzate.
L'unasca ad esempio è parte dell'Uefa, l'organismo europeo che racchiude tutte le associazioni di categoria delle autoscuole in ambito europeo, ciò significa che non ci sfugge affatto ciò che viene fatto a Bruxell e che anzi ne siamo spesso parte attiva e propositiva. Il Segretario Nazionale Unasca ad esempio, ha dovuto presenziare ad audizioni del parlamento europeo proprio in virtù a normative che ci pioveranno presto sulla testa, ma siccome spesso il nostro operato è rivolto a "parare" più che a "segnare", non gode poi dei titoli a 9 colonne.
A quanto sopra si contrappone, per contro, un fenomeno molto più pericoloso e perverso.
Se l'associazione di categoria è vista dagli operatori del settore come quella che deve lottare al tuo fianco perchè lo sportellista della P.A. non ti ha salutato sorridendo a 32 denti ma solo a 24, se l'associazione è vista solo come uno che è stato eletto per andare a tutelare quelle idee che non osi difendere tu per paura che poi "l'esaminatore te la faccia pagare", beh allora, ragazzi, siamo proprio messi male e nessuna associazione potrà mai essere realmente utile!
L'associazione di categoria è uno strumento politico funzionale che, ramificato in ambito provinciale, regionale e nazionale, rappresenta i difende i diritti collettivi di una categoria, in quanto i diritti individuali e soggettivi del singolo non sono gestibili e affrontabili se non dal singolo, ed ecco quindi la perversione di un sistema malato: siccome non troviamo chi si arrabbia al posto nostro per quei 24 denti anzichè 32, non diamo poi la nostra fiducia per far si che a livello europeo o nazionale qualcuno eviti che ci venga preclusa la possibilità di andare ancora a vedere se quei denti erano 24 o 32!!!!!
E qui mi fermo, altrimenti mi si accusa, giustamente, di prolissità!
Meditate gente, meditate!!!!!