La festa di San Valentini fu istituita nel lontano 496 d.C., circa due secoli dopo la morte di San Valentino, quando papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fertilità (i lupercalia dedicati al dio Luperco) una ispirata al messaggio d’amore diffuso dall’opera di San Valentino.
A quei tempi i romani pagani avevano l’abitudine di rendere omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un’urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie. Insomma, il famoso scambio delle coppie ha origini antiche e non va proprio d’accordo con la filosofia cristiana.
Determinati a metter fine a questa primordiale vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un santo per gli innamorati che sostitutuisse il deleterio Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.
Più di una leggenda è legata alla vita di San Valentino. Prendo spunto dalla sempre utile wikipedia.
Una racconta che Valentino, graziato ed “affidato” ad una nobile famiglia, avrebbe compiuto il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere, Asterius: Valentino, quando stava per essere decapitato, teneramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d’addio che si chiudeva con le parole: dal tuo Valentino…
Un’altra narra come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati. Un’altra versione di questa leggenda narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci effusioni di affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell’espressione piccioncini.
Secondo un altro racconto popolare, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia, gravemente malata, e il centurione romano Sabino; l’unione era ostacolata dai genitori di lei ma, chiamato dal centurione al capezzale della giovane morente, Valentino battezzò dapprima il giovane soldato e quindi lo unì in matrimonio alla sua amata, prima che entrambi cadessero in un sonno profondo.
Tutto molto bello e pervaso di un significato positivo, legato all’amore. Peccato che oggi, più che guardare alla nostra capacità di avvicinarci uno all’altro e donarci amore, si fa l’ennesimo uso commerciale di qualcosa di profondamente intimo e non certo condizionabile ad una giornata prestabilita, il 14 febbraio.
L’amore, in questa società ostile e guerrafondaia, dove il razzismo continua a fare capolino ad ogni generazione, dove il rispetto dell’altro è un’usanza pressoché abbandonata, dove le regole fondamentali di una democrazia, che dovrebbero essere quelle che ci rendono la convivenza possibile ed equilibrata, vengono quotidianamente calpestate, tanto da avere svuotato di significato questa parola, dove il concetto di “difesa della vita” nasconde spesso il rifiuto e la non accettazione della morte come un naturale passaggio degli esseri viventi, ebbene l’amore finisce col diventare altro, uno strumento da usare all’occorrenza eviscerato dei suoi profondi significati. Ma l’amore esiste, e chi lo prova davvero, senza timore, non vive nell’angoscia di perdere la propria indipendenza, non vive con la visione dell’unione, che sia matrimonio o convivenza, come una minaccia, e soprattutto non ha bisogno di presentarsi a comando ad un appuntamento dove questa parola non c’entra assolutamente nulla, ma nello stesso tempo non ne teme il risvolto strumentale. Perché se è vero che intorno a San Valentino ci travolgono di orsacchiotti e cuoricini, ricoprono negozi di oggetti decisamente inutili (e magari fabbricati in Cina da gente che viene sfruttata), predispongono serate con piatti afrodisiaci nei ristoranti, chi ama, chi è avvolto nella bellezza del sentimento per un altro, saprà trovare il SUO San Valentino, magari ogni giorno, seguendo l’impulso naturale del proprio cuore.