Antonio Cassano si mette a nudo. Il fantasista della Sampdoria svela particolari inediti della sua vita non solo calcistica in Dico Tutto (e se fa caldo gioco all'ombra), autobiografia scritta a quattro mani col giornalista Pierluigi Pardo. Nel libro il giocatore, allergico da sempre alle interviste e all'italiano (bocciato sei volte, ha preso la licenza media serale a 17 anni) ripercorre la sua storia sottolineando come debba tutto a quel gol Bari-Inter del 18 dicembre 1999. Se non ci fosse stata quella rete Cassano ammette che "sarei diventato un rapinatore o uno scippatore, comunque un delinquente", si legge in un passaggio del libro. E ancora: "Ero povero ma tengo a precisare che nella mia vita non ho mai lavorato anche perché non so fare nulla".
E come ogni stella del mondo dello sport che si rispetti Cassano, rispettando il suo personaggio, spesso sopra le righe, non manca di sparare contro i suoi ex allenatori e tecnici. «Fascetti è stato l'unico con cui non ho mai scazzato, Gentile lo detestavo. A Spalletti ho detto mica stai allenando quelle schiappe che avevi all'Udinese, questa è mica casa tua, è casa mia». Di Capello invece racconta: «Dopo che a Tarragona mi fa scaldare per tutto il secondo tempo con Ronaldo, nello spogliatoio gli dico sei un uomo di m...., sei più falso dei soldi del Monopoli». Sul litigio con Freancesco Totti, che risale al dicembre 2002, il talento di Bari Vecchia scrive nella sua biografia che fu solo per una questione di soldi: «Tutto nacque quando furono entrambi ospiti di Maria De Filippi e il capitano giallorosso si prese l'80 per cento del compenso».
Una vita quella del blucerchiato fatta di tanti successi sportivi, ma anche di tante "cassanate". Come le notti brave romane trascorse in ville della Roma bene con "bonazze e donne della tv" fino alle 9 del mattino andando poi direttamente agli allenamenti o quelle madrilene che gli valsero il soprannome di "gordo". Dopo le sue prestazioni amorose un cameriere dell'hotel dove soggiornava durante il suo peridodo spagnolo non gli faceva ami mancare 3 o 4 cornetti. «Io accompagnavo la tipa di turno fuori dalla camera e lui mi assicurava i rifornimenti. Sesso e cibo sono le mie grandi passioni, un connubio perfetto». E si legge ancora: «Ho avuto tra le 600 e le 700 donne, 20 delle quali appartenenti al mondo dello spettacolo». Ma proprio la sua dolce vita romana stava per costargli la pelle. Nel libro Cassano svela infatti di aver fatto un incidente alle 4 del mattino a 180 all'ora perché guidava telefonando con una mano e mandando sms con l'altra. Chiamò suo cugino, lo imbrattò di sangue e lo mise al volante al posto suo prima di chiamare i soccorsi. La patente, in fondo, confessa di averla comprata a Bari a "buon prezzo".
...che bell'Italia.
E come ogni stella del mondo dello sport che si rispetti Cassano, rispettando il suo personaggio, spesso sopra le righe, non manca di sparare contro i suoi ex allenatori e tecnici. «Fascetti è stato l'unico con cui non ho mai scazzato, Gentile lo detestavo. A Spalletti ho detto mica stai allenando quelle schiappe che avevi all'Udinese, questa è mica casa tua, è casa mia». Di Capello invece racconta: «Dopo che a Tarragona mi fa scaldare per tutto il secondo tempo con Ronaldo, nello spogliatoio gli dico sei un uomo di m...., sei più falso dei soldi del Monopoli». Sul litigio con Freancesco Totti, che risale al dicembre 2002, il talento di Bari Vecchia scrive nella sua biografia che fu solo per una questione di soldi: «Tutto nacque quando furono entrambi ospiti di Maria De Filippi e il capitano giallorosso si prese l'80 per cento del compenso».
Una vita quella del blucerchiato fatta di tanti successi sportivi, ma anche di tante "cassanate". Come le notti brave romane trascorse in ville della Roma bene con "bonazze e donne della tv" fino alle 9 del mattino andando poi direttamente agli allenamenti o quelle madrilene che gli valsero il soprannome di "gordo". Dopo le sue prestazioni amorose un cameriere dell'hotel dove soggiornava durante il suo peridodo spagnolo non gli faceva ami mancare 3 o 4 cornetti. «Io accompagnavo la tipa di turno fuori dalla camera e lui mi assicurava i rifornimenti. Sesso e cibo sono le mie grandi passioni, un connubio perfetto». E si legge ancora: «Ho avuto tra le 600 e le 700 donne, 20 delle quali appartenenti al mondo dello spettacolo». Ma proprio la sua dolce vita romana stava per costargli la pelle. Nel libro Cassano svela infatti di aver fatto un incidente alle 4 del mattino a 180 all'ora perché guidava telefonando con una mano e mandando sms con l'altra. Chiamò suo cugino, lo imbrattò di sangue e lo mise al volante al posto suo prima di chiamare i soccorsi. La patente, in fondo, confessa di averla comprata a Bari a "buon prezzo".
...che bell'Italia.